La ricetta della
felicità:
1 lunedì pomeriggio
alle ore 17.45
33 cm di neve fresca
200 m di ghiaccio in discesa fuori da casa con
qualche curva
1 slitta di legno
1 bambino di trentun
anni
Ho
atteso tanto, troppo forse ma oggi ho ritrovato la felicità di me bambino,
quella esplosiva che infiamma la vita fino all’ultima cellula.
Sembra
una ricompensa per quel bimbo che per tanti inverni l’ha sognata rincorrendo
previsioni, attesa con il naso incollato alla finestra affacciata al lampione,
sospirata, percepita nel silenzio ovattato della notte e poco goduta.
Venuta
sempre al limite, sempre sul filo tra l’essere solida o liquida, tra magia e
delusione. Vedere il primo fiocco scendere, il primo in assoluto, lo vedevo
solo io!, sognare di vederla per un giorno intero, di vedere la frenesia del
paese acquietarsi, rassegnarsi per un po’ dinnanzi alla Dama Bianca, scendere
in piazza la sera sotto i lampioni fiochi con le slitte. Niente auto, niente trajon. Tutto immacolato, assopito,
quieto, sereno e finalmente domato, conquistato definitivamente.
Anche
l’ultimo treno della sera è passato ripulendo per l’ultima volta i binari,
scure lame gelide inghiottite ora di bianco.
Un
cane abbaia in lontananza e mette tutti a nanna.
Questo
nei miei sogni mentre, ancora col naso sul vetro, attendevo il secondo fiocco
che venendo dopo il primo in assoluto era sicuramente il secondo in assoluto.
La
realtà era spesso diversa. I fiocchi si scioglievano subito e c’erano sempre
delle zone in cui non attaccava, sempre le stesse, chissà perché?!, e poi la
strada ripulita subito e trasformata in una fanghiglia, le auto quasi
indifferenti e il via vai che non si ferma mai. Pochi centimetri sul prato, sui
coppi e sul cordolo di mattoni del muro. La delusione a questo punto, già in
stato avanzato, era pronta a diventare frustrazione alla comparsa di un pallido
sole oltre le nubi o all’arrivo annunciato dello Scirocco. Lo Scirocco, per un
amante della Dama, è visto come la peste. Arriva puntuale, come in un
meccanismo collaudatissimo: cuscinetto freddo, perturbazione atlantica, neve,
Scirocco, pioggia…noooo la pioggia noooo. A quel punto di fronte alla disfatta
totale non rimaneva che attendere una nuova occasione. Spesso però arrivava prima la
primavera.
Ma
questo riguarda lo spirito degli inverni passati.
Ora,
qui, in contrà Ganna 19 a
Posina, a 650 m
slm è un’altra storia.
Penso a Lele e penso ad una slitta scarponi grossi e palle di Neve.
RispondiEliminaPenso a Silvia e penso a un libro che parla di case biscotti e colori di mare.
Credo che negli ultimi due post, vi siete fatti, come dire, un autoritratto.
Un abbraccio.