lunedì 11 febbraio 2013

NEVE



La ricetta della felicità:
1 lunedì pomeriggio alle ore 17.45
33 cm di neve fresca
200 m di ghiaccio in discesa fuori da casa con qualche curva
1 slitta di legno
1 bambino di trentun anni
Ho atteso tanto, troppo forse ma oggi ho ritrovato la felicità di me bambino, quella esplosiva che infiamma la vita fino all’ultima cellula.
Sembra una ricompensa per quel bimbo che per tanti inverni l’ha sognata rincorrendo previsioni, attesa con il naso incollato alla finestra affacciata al lampione, sospirata, percepita nel silenzio ovattato della notte e poco goduta.
Venuta sempre al limite, sempre sul filo tra l’essere solida o liquida, tra magia e delusione. Vedere il primo fiocco scendere, il primo in assoluto, lo vedevo solo io!, sognare di vederla per un giorno intero, di vedere la frenesia del paese acquietarsi, rassegnarsi per un po’ dinnanzi alla Dama Bianca, scendere in piazza la sera sotto i lampioni fiochi con le slitte. Niente auto, niente trajon. Tutto immacolato, assopito, quieto, sereno e finalmente domato, conquistato definitivamente.
Anche l’ultimo treno della sera è passato ripulendo per l’ultima volta i binari, scure lame gelide inghiottite ora di bianco.
Un cane abbaia in lontananza e mette tutti a nanna.
Questo nei miei sogni mentre, ancora col naso sul vetro, attendevo il secondo fiocco che venendo dopo il primo in assoluto era sicuramente il secondo in assoluto.
La realtà era spesso diversa. I fiocchi si scioglievano subito e c’erano sempre delle zone in cui non attaccava, sempre le stesse, chissà perché?!, e poi la strada ripulita subito e trasformata in una fanghiglia, le auto quasi indifferenti e il via vai che non si ferma mai. Pochi centimetri sul prato, sui coppi e sul cordolo di mattoni del muro. La delusione a questo punto, già in stato avanzato, era pronta a diventare frustrazione alla comparsa  di un pallido sole oltre le nubi o all’arrivo annunciato dello Scirocco. Lo Scirocco, per un amante della Dama, è visto come la peste. Arriva puntuale, come in un meccanismo collaudatissimo: cuscinetto freddo, perturbazione atlantica, neve, Scirocco, pioggia…noooo la pioggia noooo. A quel punto di fronte alla disfatta totale non rimaneva che attendere una nuova occasione. Spesso però arrivava prima la primavera.
Ma questo riguarda lo spirito degli inverni passati.
Ora, qui, in contrà Ganna 19 a Posina, a 650 m slm è un’altra storia.





1 commento:

  1. Penso a Lele e penso ad una slitta scarponi grossi e palle di Neve.
    Penso a Silvia e penso a un libro che parla di case biscotti e colori di mare.
    Credo che negli ultimi due post, vi siete fatti, come dire, un autoritratto.
    Un abbraccio.

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